Care compagne, care amiche,
Il 7 febbraio per le donne in Svizzera è una data importante. Esattamente 50 anni fa, dopo lunghi anni di battaglie, ottenevamo il diritto di voto. Da allora sono cambiate molte cose, ma ne rimangono ancora molte da migliorare per raggiungere la parità di genere.
A 50 anni dall’introduzione del suffragio universale, le donne non intendono tacere e rivendicano “il diritto di esserci, il dovere di rappresentare la realtà”.
La visibilità femminile negli eventi e nei dibattiti pubblici è ancora molto scarsa, continuando a veicolare un’immagine poco rappresentativa della realtà e disattendendo il diritto alla parità sancito nella Costituzione nel 1981, che si applica anche nel far sentire la voce di donne e uomini in egual misura.
L’avvento della pandemia ha aggravato la situazione: di colpo le donne sono sparite dai media, lasciando quel poco spazio che avevano a politici, giornalisti, strateghi ed esperti tutti rigorosamente uomini. Intanto, nei nosocomi e nei negozi, infermiere, mediche e cassiere garantivano la sopravvivenza; nelle proprie case, tra telelavoro e famiglia, madri, nonne e figlie assicuravano la continuità delle cure e delle relazioni umane; e nei laboratori di tutto il mondo, laboratoriste e scienziate contribuivano alla ricerca di soluzioni per contrastare il nefasto virus.
Già a partire da aprile 2020 sono stati lanciati numerosi appelli affinché le donne fossero riprese subito in considerazione nei media e nei vari consessi consultivi e decisionali.
A fronte di un sostanziale immobilismo, come Coordinamento donne della Sinistra abbiamo lanciato un appello “Senza donne non se ne parla” invitando uomini e donne a intraprendere un’azione di protesta, rinunciando a partecipare a dibattiti, conferenze e interviste se nel panel non vi è un’adeguata rappresentanza di genere e nel caso in cui ciò non fosse possibile, di denunciare pubblicamente la non rappresentatività del panel in apertura dello stesso.
Come afferma il manifesto “No Women No Panel, senza donne non se ne parla”, rilanciato da Rai Radio 1 per volontà della sua Direttrice Simona Sala: “Un panel con rappresentanti solo maschili è la fotografia di un piccolo mondo antico, di un dibattito monco, inutile, dannoso”.
Le donne non possono più tacere: è ora di ribadirlo a gran voce e con gesti concreti!
? Aderite anche voi all’appello, contattandoci.
Potete leggere l’appello con le persone aderenti sul sito e seguire la campagna sull’apposita pagina facebook.
6 marzo 2021 – save the date !
In vista delle elezioni comunali stiamo preparando un’ Agenda femminista per i Comuni, che nelle prossime settimane metteremo a disposizione sul nostro sito. Si tratta di un elenco di priorità per favorire la parità a livello comunale e che in buona parte contiene anche degli esempi di atti parlamentari che le elette e gli eletti potranno scaricare ed adeguare per potare le proposte nel proprio Comune.
L’Agenda verrà presentata pubblicamente il 6 marzo alle 17:00 tramite una videoconferenza, durante la quale Lisa Boscolo (Consigliera comunale di Bellinzona), Lea Ferrari (Municipale di Serravalle), Françoise Gehring (Municipale di Mendrisio) e Cristina Zanini Barzaghi (Municipale di Lugano) condivideranno alcune delle loro esperienze comunali in ambito di parità.
Nelle prossime settimane riceverete più dettagli sull’evento 🙂
NO al divieto di dissimulare il viso
Il 7 marzo l’iniziativa popolare per il divieto di dissimulare il proprio viso verrà sottoposta a voto popolare. Come Coordinamento donne della sinistra abbiamo promosso la creazione di un comitato d’opposizione all’iniziativa (che verrà ufficializzato domani sera in conferenza stampa), contattando e raggruppando diverse persone, associazioni, partiti e/o movimenti per dire NO a una proposta inutile, sproporzionata, controproducente, ma anche razzista, sessista, liberticida e anticostituzionale.
? Seguite la campagna su facebook e instagram. E se volete darci una mano, contattateci.
Altri appelli importanti, da firmare!
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Saluti femministi,
Lisa e Nancy – Co-presidenti