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Il Gruppo socialista ha preso atto con piacere della richiesta del deputato Maurizio Agustoni di presentare una risoluzione cantonale che chieda al Consiglio federale di concedere alla signora Asia Bibi asilo politico. Asia Bibi nel suo Paese di origine, il Pakistan, come cristiana è accusata di blasfemia, condannata a morte e, negli scorsi giorni, assolta. Se questo grave caso di violazione dei diritti umani è venuto alla luce e se ne parla nella stampa internazionale, lo dobbiamo al grande lavoro di Amnesty International, la cui fondamentale importanza per la protezione di persone che sono esposte a regimi autoritari qui diventa, ancora una volta, molto evidente. Come Asia Bibi, molte donne nel mondo intero soffrono delle conseguenze brutali ed impietose di guerre, estremismi, e di governi corrotti, autoritari e non democratici.
Se solo proviamo ad immaginarci cosa succede con numerosissime donne in fuga ad esempio in Libia, Stato con il quale l’Europa collabora per la gestione dei migranti, ci rendiamo conto che Asia Bibi, purtroppo, non è per nulla sola con il suo vissuto di vittima di estrema violenza. Donne che meriterebbero di essere accolte da noi e vedersi concesse l’asilo politico, per finalmente trovare protezione e forse addirittura una prospettiva di vita per il futuro. Purtroppo loro però spesso trovano non solo le frontiere chiuse, ma sono anche confrontate con l’indifferenza generale o con l’ostilità.
Come gruppo socialista abbiamo presentato vari atti parlamentari volti a migliorare la situazione di quelle donne vittime di violenza nelle sue diverse forme. Per solo citarne alcune, la mozione «Shems – Speranza» per l’accoglienza dei profughi e per una più frequente applicazione della clausola di sovranità; l’interrogazione «Donne e bambini in fuga: siamo coscienti degli abusi che subiscono?» e la recente interpellanza «Violenza istituzionale nei confronti di richiedenti l’asilo particolarmente vulnerabili?», alla quale il Consigliere di Stato dovrebbe dare risposta alla prossima seduta di Gran Consiglio.
Il nostro auspicio è che, come nel presente caso della signora Asia Bibi, la politica cantonale si dimostri sensibile anche sulle tematiche sollevate in questi atti parlamentari che vanno a difesa di essere umani privati dei loro diritti, oppressi e minacciati: a loro va la nostra solidarietà, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa.

Di Gina La Mantia, deputata al Gran Consiglio
uscito sul Corriere del Ticino il 9.11.2018