Ogni tanto posso registrare un successo, un cambiamento, ogni tanto perdo, ogni tanto sbaglio, ogni tanto cado e mi rialzo. Lotto per non dover fare come “si fa”, o apparire come “si deve”, ma per la libertà di ciascuna di noi.
Ogni tanto mi deprimo: Sono passati 27 anni dallo sciopero delle donne e continuiamo ad essere considerate cittadine di serie B. I cambiamenti nella ripartizione dei ruoli all’interno delle coppie avvengono al costo di svolgere le attività “femminili”, quelle indispensabili per la vita, alle condizioni del mercato del lavoro, con bassi salari, e sfruttando sempre donne – quelle migranti. Mi deprimo a pensare che dopo quasi 50 anni dal riconoscimento del diritto di voto e di eleggibilità all’”altra metà del cielo” (cioè a noi) siamo sempre ben rappresentate solo nei posti e nei lavori meno considerati. Mi deprimo a pensare che sembra venuto meno il desiderio di voler cambiare non solo la nostra condizione, ma il mondo, che le rivendicazioni son sempre quelle di essere riconosciute dagli uomini, di guadagnare quanto loro, di far carriera quanto loro (e ci mancherebbe!). Ma perché noi stesse, che siamo la maggioranza, non diamo valore ai posti che occupiamo, ai lavori che svolgiamo, alle parole che diciamo?
Eppure: Antje Schlupp, una blogger tedesca vicina al pensiero della differenza, descrive il movimento delle donne come l’unico movimento sociale di successo degli ultimi anni: nell’arco di pochi decenni il rapporto tra i sessi, perlomeno nel mondo occidentale, ha vissuto dei cambiamenti fondamentali. Le mie condizioni di vita sono notevolmente diverse rispetto a quelle di mia mamma e di mia nonna. Ciò che a loro poteva sembrare ancora utopico oggi per molte di noi è scontato. Fu possibile grazie all’amore femminile per la libertà e alla politica delle relazioni. E ciò nonostante il fatto che il “femminismo” non avesse mai creato una “teoria” unitaria, generale, completa: il ventaglio va dal femminismo che chiede la parità nelle istituzioni attraverso quote fino alle nostalgiche del matriarcato, da quelle che vorrebbero abolire del tutto la categoria sesso fino a quelle che vi identificano la base di tutto. Il movimento femminile si è frammentato in innumerevoli gruppi, partiti, programmi, ecc., ma è proprio questa la sua forza.
E allora brindo, come ieri sera: alle lotte di tutte noi, alle nostre differenze, alla libertà femminile, e passo un momento in compagnia di amiche e compagne di lotte e mi rincuoro.
Rosemarie, 15.06.2018