Io accuso la società che mi impone dei modelli stereotipati che vogliono farmi credere che in quanto donna io debba soddisfare le esigenze di tutti ed essere perfetta a lavoro, in famiglia e nella società.
Sin da piccoli veniamo bombardati da modelli che identificano l’uomo come coraggioso, logico, intraprendente, dominante e la donna più sensibile, remissiva, vulnerabile, predisposta alla cura degli altri. Modelli stereotipati che stabiliscono i comportamenti appropriati per l’uomo e quelli per la donna e che ci privano quindi della libertà di poter essere ciò che realmente siamo o vogliamo essere. Tutto ciò accade, non per motivi biologici, ma a causa di una radicata mentalità patriarcale, che si esprime nel linguaggio di tutti i giorni, delineando per esempio sport o mestieri puramente maschili o femminili, e che si diffonde a gran voce grazie alla forza mediatica dei mezzi di comunicazione, in cui spesso le donne vengono oggettivizzate e rappresentate prive di microfono con le telecamere che inquadrano il corpo anziché il volto o come autrici di battute sciocche. Questa è un’ingiustizia non solo per noi donne, che per farci ascoltare e rispettare dobbiamo combattere pregiudizi quotidiani, ma anche per gli uomini, che spesso sono costretti a scegliere il lavoro piuttosto che la famiglia e a dover nascondere la propria sensibilità. Superare la mentalità patriarcale dovrebbe essere quindi un desiderio comune e per fare ciò basterebbe rendersi conto che ogni essere umano ha potenziali preziosi per la società e che essi non dipendono dal suo sesso anatomico, ma da fattori esterni come l’educazione che si riceve o l’ambiente in cui si vive. Bisognerebbe quindi smettere di assegnare fiocchi rosa o azzurri alla nascita e dare invece l’opportunità a ogni individuo di scegliere il colore del proprio fiocco, non solo tra il rosa e l’azzurro, ma tra la miriade di colori che caratterizza il nostro complicato, ma splendido universo!
di Nancy Lunghi
Membro comitato Coordinamento donne della sinistra e Donne PSS
Corriere del Ticino, 29.09.2018