Come ha rilevato Stefano Modenini in un recente articolo apparso sul Corriere del Ticino, il Tribunale federale ha stabilito che i “Cantoni sono liberi di fissare salari minimi, ma questi devono avere carattere sociale e non economico, cioè deve trattarsi di salari che corrispondono ai livelli delle prestazioni sociali e assistenziali”. Ecco perché la portata dell’abbassamento delle soglie di intervento LAPS (Legge sull’armonizzazione delle prestazioni sociali) decisi recentemente dal parlamento cantonale avrà conseguenze anche sulla definizione dei salari minimi. Non si tratta quindi “solo” di definire le soglie di accesso ai sussidi di cassa malattia, agli assegni integrativi e di prima infanzia e in genere agli aiuti sociali cantonali, ma di assicurare un tenore di vita dignitoso ai lavoratori e alle lavoratrici tutti/e. Per fortuna c’è chi ha deciso di opporsi a questa corsa al ribasso firmando il referendum.
Rosemarie Weibel, Massagno