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Parte il 9 marzo anche da Bellinzona la marcia civile per Aleppo partita da Berlino. Iniziativa a livello ticinese promossa dal collettivo Harraga e sostenuta dalle Donne per la Pace e dall’associazione Firdaus.

Una marcia che vuole ricordare che sono persone come noi coloro che fuggono dai teatri di guerra e dall’estrema povertà.

Una marcia che ripercorre in direzione contraria le orme di donne, bambini, uomini feriti nell’animo e nel corpo ma che ancora hanno speranza.

Anche noi del Coordinamento donne della sinistra sosteniamo questa iniziativa perché vogliamo ricordare che fuggire dalle violenze della guerra e dalle violenze di Stati autoritari è molto rischioso. Il viaggio può diventare un incubo per tutti, e in particolare per donne e bambini e bambine che diventano preda di assalti sessuali costanti.

Amnesty International denuncia da tempo la violenza che i migranti subiscono nel loro viaggio da parte di trasportatori, trafficanti, gruppi armati, centri di detenzione in Libia (nonostante gli accordi con le nazioni unite): pestaggi, violenze sessuali, stupri di gruppo, torture e sfruttamento.

A inizio 2016 un nuovo rapporto di denuncia sui rischi di violenza sessuale e di genere per le donne rifugiate in transito in Europa viene pubblicato dall’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR) dove si propongono delle misure di protezione per le migranti, tra cui:

  • Stabilire un sistema di risposta coordinata per la protezione di donne e bambine all’interno dei confini e nelle aree di confine;
  • Prendere coscienza dei rischi associati alla protezione di queste persone, dislocare personale sul campo e mettere in atto procedure specifiche per prevenire, identificare e rispondere alla violenza sessuale e di genere;
  • Assicurare una risposta alla violenza sessuale e di genere in modo tale che non ponga ostacoli alle donne nella denuncia di episodi di violenza, come pure garantire l’accesso a servizi competenti e professionali;
  • Prevedere canali legali di accesso alla protezione, specialmente per donne, bambini e vittime di violenza sessuale e di genere, compreso il ricongiungimento familiare, e considerare questi rifugiati con bisogni specifici come prioritari nelle opportunità di reinsediamento e ricollocamento.

(https://www.unhcr.it/news/nuovo-rapporto-denuncia-i-rischi-di-violenza-sessuale-e-di-genere-per-le-donne-rifugiate-in-transito-in-europa-comunicato-stampa-congiunto-unhcr-unfpa-wrc.html)

Le storie di violenza, di stupri, di forme di schiavitù sessuali subite dalle donne migranti e rifugiate in viaggio raccolte dagli operatori sul campo sono inimmaginabili. Non possiamo fingere di non sapere, convincerci che non riguarda il nostro paese.

Non perdiamo la nostra umanità e capacità di accoglienza, anche se oggi è messa fortemente alla prova dalla pressione migratoria e dalla paura di chi è diverso da noi.

Quest’anno l’8 marzo a livello internazionale è all’insegna del “marciare assieme” contro ogni discriminazione di genere e ogni violenza sulle donne. Su questo tema sarà depositata nei prossimi giorni un’interrogazione all’indirizzo del Consiglio di Stato da Gina La Mantia e firmatari/e.

Il Coordinamento per focalizzare l’attenzione sulla violenza subita dalle donne e dai bambini e bambine migranti, organizza sulla pausa del mezzogiorno dell’8 marzo davanti al Palazzo delle Orsoline, il tracciare delle orme di piedi.  Orme lasciate da chi marcia cercando una speranza,  orme talvolta insanguinate e sofferenti, orme di chi non ce l’ha fatta.

Per informazioni

Pepita Vera Conforti, copresidente del Coordinamento donne della sinistra

Gina La Mantia, Coordinamento donne della sinistra e parlamentare PS

 

Informazioni sulla Marcia civile per Aleppo

http://civilmarch.org/it/

https://www.facebook.com/events/760550067451650/

COORDINAMENTO DONNE DELLA SINISTRA

CP 1225 

6500 BELLINZONA

www.coordonne.ch (nuovo)