Presa di posizione del Coordinamento donne della sinistra 3 ottobre 2018 – presentata in occasione del Comitato Cantonale PS
Alcuni membri del Partito socialista non sono nuovi a esternazioni sessiste, alcune in contesti meno pubblici altre più palesi, come nel caso dell’invito della Sezione socialista del Bellinzonese di oggi.
Allusioni sessiste alla riuscita di una compagna alle elezioni, insofferenza alle istanze promosse dalle compagne, incomprensione o alterazione di senso di alcune proposte (come per la copresidenza del partito), senza contare un’accresciuta aggressività verbale che ormai si vive anche in contesti di sinistra. È quindi lecito sospettare che il Manifesto femminista approvato dal Comitato cantonale socialista non sia stato letto in tutte le sue parti, ad esempio quando dice (p.25) “Dagli uomini* socialisti ci si aspetta che non approfittino solo dell’immagine progressista e paritaria del PS, ma che vivano la parità nella loro quotidianità politica.”
Così però non sembra ancora essere per i socialisti ticinesi, almeno non per tutti. Però ora basta! L’immagine veicolata oggi per promuovere una colazione socialista ha passato ogni decenza. Non possiamo più restare in silenzio senza diventare complici di una mentalità che non riesce a uscire da schemi dove le donne sono ancora viste come corpi da utilizzare.
Le donne socialiste sono sempre state precorritrici di innovazione politica, in prima linea per una società più giusta per uomini e donne, solidali e pronte ad alleanze per ottenere concretamente miglioramenti per i cittadini e le cittadine più deboli. È sempre stato un Partito sostenuto anche elettoralmente dalle donne in quanto ne riconoscono la vitalità sia per quanto riguarda la rappresentanza femminile, sia per le politiche paritarie.
Sarà così anche in futuro? Certo no se non si riflette seriamente sulla coerenza tra il dire e il fare, tra le politiche e le immagini che le veicolano.
Chiediamo anche alle candidate e ai candidati designati dalla Direzione del PS per la lista al Consiglio di Stato di dissociarsi da questo modo di concepire e promuovere il socialismo.
Firmato
Ornella Buletti, Pepita Vera Conforti, co-presidenti
Nancy Longhi, Margherita Vismara, Chiara Landi, Jacqueline Rohrer, Gina La Mantia, Lisa Boscolo, Gülsüm Demirci, Rosemarie Weibel