Parità salariale: ingerenza statale nelle aziende?
Anche oggi il Consiglio degli Stati, a maggioranza, ha dimostrato come la Costituzione federale per quanto riguarda le donne sia considerata carta igienica, rimandando il timido progetto di revisione della Legge parità proposto dal Consiglio Federale.
Com’è possibile pensare che sia ingerenza chiedere il rispetto di diritti sanciti dalla Costituzione? È indegno da parte delle lobby economiche e dei/delle loro rappresentanti politici accettare questa ingiustizia, fingendo che il mercato è in grado di autoregolarsi e invocando altre misure, quando la realtà dei fatti ha dimostrato il fallimento di misure “volontarie”.
Ogni anno l’Ufficio federale dell’uguaglianza pubblica le statistiche relative la disparità salariale tra donne e uomini, e ogni anno gli ambienti interessati banalizzano, giustificano, smentiscono. Eppure questa differenza salariale – tutta dovuta a discriminazioni sulla base del sesso – condiziona fortemente il vivere delle donne, degli uomini e delle famiglie.
Significa che, complessivamente, le donne e le famiglie in Svizzera non hanno a disposizione 7 miliardi! Soldi che alle donne mancheranno al momento della pensione, soldi in meno che condizionano le donne nella loro carriera professionale, soldi in meno nel circuito economico.
Noi non ci stiamo!
Un motivo in più per essere a Bellinzona a manifestare il prossimo 8 marzo!
Quindi ricordate politici, non regalateci mimose sul posto di lavoro, non riempite i vostri social con auguri per la festa della donna (che festa non è), ma impegnatevi per la parità di fatto.