di Gina La Mantia, deputata al Gran Consiglio
“Pioniere: 50 anni del diritto di voto alle donne in Ticino” s’intitolava l’evento che venerdì scorso ha dato l’avvio a una campagna della durata di un anno, nel corso di cui verranno proposte da un’ampia coalizione di associazioni femminili una serie di eventi fino al 19 ottobre 2019 – giorno in cui, esattamente 50 anni fa, il 63% degli uomini ticinesi concessero in votazione popolare il diritto di voto e di eleggibilità alle donne. Hanno partecipato alla serata numerose donne che, nel mezzo secolo trascorso da quella data, hanno contribuito in modo significativo a scrivere la storia del nostro Cantone e della Svizzera tutta: figure di rilievo, quindi, in parte ancora oggi presenti sulla scena politica, e in parte ritiratesi dalla politica attiva, sia per motivi di età, sia per altri. Folto anche il pubblico presente, a conferma che il tema della parità e della rappresentanza femminile in politica genera interesse, in particolare fra le generazioni più giovani.
Sorprendente e deludente, per contro, la totale assenza dei media. Fatta qualche lodevole eccezione di chi ha riferito della conferenza stampa organizzata in vista della campagna e dell’evento iniziale, nessun servizio, nessun’intervista, nessuna reportage, nessuna notizia dell’evento stesso: né sui giornali del giorno dopo, né sui siti online che solitamente non perdono occasione per marcare presenza anche nelle più banali occasioni, né nei programmi della RSI. In un Cantone, dove la presenza politica nei media spesso viene definita “iperbolica”, questo silenzio di fronte alle donne è assordante: immaginiamoci fossero stati presenti una tale rappresentanza maschile di ex Consiglieri di Stato, Consiglieri nazionali, ex Presidenti di partito e primi cittadini cantonali e svizzeri!
Ma d’altra parte questo silenzio non ci deve sorprendere. Se è vero che il nostro Cantone, 50 anni fa, è stato il sesto a introdurre il diritto di voto alle donne, e quindi – paragonato agli altri Cantoni svizzeri – piuttosto progressista, oggi “le cifre della parità” ticinesi raccontano, purtroppo, un’altra realtà. Le donne sono fortemente sottorappresentate sia in politica che nell’economia, guadagnano di meno e sono più spesso toccate dalla povertà – in tutta la Svizzera, ma in particolare in Ticino – e questo nonostante il fatto che oggi ci siano più ragazze che ragazzi ticinesi a ottenere una maturità liceale o professionale e che negli studi universitari i numeri presenti tra i due sessi siano parificati.
Io accuso i media di questo silenzio di fronte a donne preparate e pronte. Un silenzio che implica che oggi, a 50 anni dall’introduzione del voto alle donne, quelle attive in politica abbiano ancora il ruolo di pioniere coraggiose in un arido terreno.
Pubblicato da La Regione il 27.10.2018