Parere del Coordinamento donne della sinistra Ticino, sul Rapporto della Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli stati del 28.1.2021 Oggetto 3: Legge federale sulla revisione del diritto penale in materia sessuale (progetto preliminare)
Gentile Consigliera federale Karin Keller Sutter,
Gentili signore e signori della Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati,
riteniamo fondamentale avere cominciato ad affrontre la revisione del diritto penale in materia di reati sessuali, aggiornando e migliorando l’approccio alla tematica ed adottando concetti più allineati al diritto vigente in materia di libertà personali, ad esempio includendo gli uomini quali potenziali vittime di stupro, oppure abrogando la possibilità di prescindere dal procedimento penale in caso di matrimonio o unione registrata (art. 188 cpv. 2; art. 193 cpv.2 nCP).
La revisione è anche necessaria per ottemperare alla richiesta dell’art. 36 della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul) entrata in vigore il 1 aprile 2018 che prevede espressamente che:
- Le Parti adottano misure legislative o di altro tipo necessarie per perseguire penalmente i responsabili dei seguenti comportamenti intenzionali:
- atto sessuale non consensuale con penetrazione vaginale, anale o orale compiuto su un’altra persona con qualsiasi parte del corpo o con un oggetto;
- altri atti sessuali compiuti su una persona senza il suo consenso;
- il fatto di costringere un’altra persona a compiere atti sessuali non consensuali con un terzo.
- Il consenso deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto.
- Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo per garantire che le disposizioni del paragrafo 1 si applichino anche agli atti commessi contro l’ex o l’attuale coniuge o partner, quale riconosciuto dalla legislazione nazionale
Il Coordinamento donne della sinistra ritiene che la fattispecie a proposito degli atti sessuali punibili per legge secondo il diritto vigente non risponda completamente agli intendimenti dell’art. 36 della Convenzione di Istanbul per i seguenti motivi:
- Il concetto di stupro è ancora troppo legato all’uso della violenza fisica (e solo in parte psicologica) inferta alla vittima per piegare la sua volontà, per cui episodi in cui manca il consenso effettivo e/o il rifiuto esplicito (non solo verbale, ma anche dato dai comportamenti) non rientrano nell’ambito di applicazione della norma penale (art.190 CP).
- Non tiene presente che la violazione del diritto all’autodeterminazione sessuale è un atto grave che ha importanti conseguenze sulla vittima.
Lo stupro così come configurato nel reato di violenza carnale (art. 190 CP), rimanda a una visione della vittima di stupro antiquata e obsoleta, che deve mostrare di essersi ribellata e portare segni visibili (graffi, ferite, ematomi). La vittima non ha “colpe”, non ha “comportamenti a rischio” e in qualche modo viene “angelicata” secondo una concezione femminile di purezza. L’immaginario richiama ad assalitori sconosciuti che purtroppo sappiamo essere casi molto rari, anche se fortemente mediatizzati. Questo pregiudizio rende ad esempio difficoltoso riconoscere quale vittima di stupro una persona legata sentimentalmente o in matrimonio all’autore, o una/un sex worker.
È invece importante affermare la legittimità all’autodeterminazione sessuale di ogni persona riconoscendo che no è NO e sì è SÌ e che violare il consenso è da considerarsi stupro.
Il consenso a un rapporto sessuale non è accordato automaticamente perché una donna va in discoteca, a casa di qualcuno, si veste in modo sexy, beve o da un bacio. Una donna deve poter ribadire il suo SÌ o il suo NO in qualsiasi momento. Purtroppo conosciamo troppo bene come le vittime di violenza (sessuale e domestica) siano doppiamente vittimizzate, subendo un esame di “credibilità” particolarmente severo riconducibile agli stereotipi della vittima ideale.
Come Coordinamento donne della sinistra siamo attive da 30 anni, ci siamo battute per anni affinché il sesso imposto senza consenso venisse riconosciuto come stupro, e questa è un’occasione per inserirlo nella legge. In occasione del 14 giugno 2019 abbiamo preso parte attiva alla realizzazione del grande sciopero femminista. Una delle nostre attività ha riguardato proprio il tema del sesso e dei comportamenti sessuali in senso positivo. La nostra associazione rivendica un’educazione sessuale maggiormente sensibile, moderna e senza pregiudizi, in cui il reciproco consenso e il reciproco piacere siano alla base di ogni atto sessuale di ogni individuo.
In conclusione la ringraziamo per tener conto di questo nostro parere nella rielaborazione del progetto.
Saluti femministi,
Coordinamento donne della sinistra