J'accuseParità?

Le donne sono fortemente sottorappresentate in politica, sia tra gli eletti che le candidature. Questa sottorappresentanza non è unicamente problematica dal punto di vista democratico, secondo cui bisogna garantire una presenza proporzionale delle varie ideologie, professioni, età e sessi, ma influenza anche in modo concreto le decisioni politiche. Garantire una rappresentanza equa delle donne in politica è necessario per far sì che si muova finalmente qualcosa in ambiti come quello della parità salariale o della conciliabilità lavoro e famiglia, temi che attualmente vengono dimenticati oppure trattati in maniera insufficiente.

È necessario agire su due fronti. Da una parte bisogna impegnarsi per delle condizioni quadro che permettano alle donne di seguire una carriera politica, come una migliore ridistribuzione del lavoro di cura dei figli e domestico, oppure la promozione di strutture che facilitano la conciliabilità tra lavoro, famiglia e politica. Dall’altra parte è necessario promuovere attivamente le donne che decidono di candidarsi, sia da parte dei Partiti che dai media, che danno troppo poco spazio alle donne.

La mia vuole essere sì un’accusa alla politica e alla società che non dà alle donne lo spazio che si meritano, ma anche e soprattutto un auspicio per il futuro. Noto nelle nuove generazioni una crescente sensibilità sul tema, che è sfociata nell’ultimo anno in una serie di movimenti femministi che sono riusciti a mobilizzare milioni di persone, come #metoo o le women’s march oppure, alle nostre latitudini, la manifestazione per la parità salariale dello scorso 22 settembre. Guardo con speranza il giorno in cui alla domanda di bambini “chi governa la Svizzera?”, potremo mostrare loro una foto di un Governo e un Parlamento composti da una percentuale giusta di donne.

Laura Riget, direzione Gioventù Socialista Svizzera

Pubblicato dal CdT il 14.11.2018