Di Gina La Mantia
“Per un’ostetricia sicura e di qualità” s’intitola la mozione inoltrata al Consiglio di Stato il 6 settembre dalla deputata socialista Gina La Mantia e undici co-firmatari.
Nel dibattito politico sulla sanità ticinese, suscitato dalla nuova pianificazione ospedaliera prima e dalla campagna di votazione per le consultazioni popolari in seguito, anche il tema della maternità e dell’ostetricia è affiorato e ha trovato in me terreno fertile. Madre di due figlie, di cui la prima partorita a domicilio trent’anni fa e la seconda all’ospedale a causa di alcuni rischi di salute, ho sempre ritenuto di grande importanza per noi donne poter affrontare questo cruciale momento della vita nostra e dei nostri figli consapevoli, preparate, autodeterminate e con confidenza in noi stesse.
E non pensare che trent’anni fa partorire a domicilio era una scelta scontata! Eravamo in poche allora come sono in poche ancora oggi, e ho sentito di tutti i colori sui rischi che avrei corso. C’era anche chi – più o meno apertamente – mi biasimava di irresponsabilità. Ma io ero seguita da un medico esperto che condivideva la mia scelta e da una levatrice, bernese di origine, con i piedi ben piantati per terra e alle spalle una lunga esperienza professionale, capace di indurmi calma e la fiducia necessaria. “Tu oggi sei una di poche, sei all’avanguardia” mi disse il mio medico, “ma vedrai che tra pochi anni il parto a domicilio sarà di nuovo, come una volta, la normalità.” Non aveva ragione.
Non solo non aveva ragione per quanto concerne i parti a domicilio, ma soprattutto per quanto concerne il parto fisiologico che ha, lo dimostrano vari studi scientifici, dei vantaggi innegabili e importanti per la salute psico-fisica della madre e del bambino: si va dal sistema immunitario rinforzato grazie al parto vaginale e all’istinto del neonato di cercare il capezzolo e nutrirsi del prezioso colostro, fino all’incentivo delle capacità empatiche del futuro adulto, grazie all’immediato contatto con il corpo della madre.
Infatti, non per nulla l’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS dichiara: il parto non è una malattia, ma un evento fisiologico che richiede l’intervento medico unicamente in caso di rischi o di complicazioni. Solo il 10-15% dei cesarei sono, sempre secondo l’OMS, giustificati da un’indicazione medica, ma, nonostante ciò, la tendenza è generalmente all’aumento.
In Svizzera, un bambino su tre nasce col cesareo. In Ticino siamo, con il 34 per cento, vicini alla media svizzera, ma ci sono delle importanti differenze tra i singoli ospedali e regioni. La percentuale dei parti cesari è notevolmente più alta nelle cliniche private: il 42,9 per cento alla clinica Santa Chiara di Locarno, il 40,7 per cento alla clinica Sant’Anna di Sorengo. Nelle varie maternità dell’Ente Ospedaliero Cantonale invece la percentuale complessiva dei cesari è del 28,6: sempre troppo alta, viste le raccomandazioni dell’OMS, ma nettamente migliore che nelle strutture private.
Le ripercussioni di questa tendenza alla sovramedicalizzazione sono pesanti, non solo a livello di salute, ma anche a livello di costi: Il costo medio della degenza per un cesareo è di circa 9’900 franchi, mentre per un parto normale è attorno a 6’200 franchi. Un parto a domicilio (visite comprese) costa sui 2’500 franchi e un parto in casa nascita, come quella recentemente inaugurata a Lugano, sui 3’100 franchi. E questi ultimi, secondo le più recenti ricerche scientifiche, sono altrettanto o persino più sicuri se confrontati con i parti normali in ospedale!
La mia mozione, basata su recenti ricerche scientifiche, vuole un cambiamento di paradigma nell’ambito dell’ostetricia, come già avviene in altri paesi europei: via dalla visione paternalista di un “parto gestito da altri” verso quella di vivere in modo consapevoli e autodeterminate la nascita del proprio figlio. Chiede di creare, per i parti privi di rischi, all’interno dell’EOC delle strutture regionali gestite da levatrici; di concentrare i casi a rischio in uno o due reparti di maternità con la neonatologia altamente specializzata e le cure intense; di ripristinare al più presto la figura della levatrice aggiunta e di applicare, in generale, una politica volta a favorire il parto fisiologico in un ambito intimo e familiare e l’allattamento materno.
Per leggere la mozione integralmente: http://www.ginalamantia.ch/articoli.php
Nel frattempo il Consiglio di Stato ha risposto, ma senza tener in alcun conto del ruolo delle cliniche private in questo settore. Il dibattito non può quindi essere considerato chiuso.